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Golden Power: Multa Record per TIM da 74,3 Milioni di Euro

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TIM è accusata dal governo di aver violato i poteri speciali. Per questo motivo, ha ricevuto da parte del Governo Italiano una multa pari a 74,3 milioni di euro, per la quale l’ex Telecom Italia ha, tuttavia, già annunciato il ricorso.

TIM Accusata di non Aver Rispettato il Golden Power

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, ha accolto la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in merito ad una multa contro l’ex Telecom Italia, adottando un decreto ministeriale sanzionatorio pari all’1% del fatturato cumulato di TIM e Vivendi. Secondo quanto stabilito, Vivendi non avrebbe proceduto con notifica dopo essere entrata in Telecom, violando dunque secondo il Governo la normativa vigente.
TIM ha ben presto comunicato la sua intenzione di effettuare un ricorso, “sostenendo come mai abbia assunto decisioni circa attivi dispositivi degli asset strategici il cui status e disponibilità da parte della società sono rimasti sempre immutati“. La società, dunque, sostiene che la qualificazione giuridica del rapporto fra TIM e Vivendi non ha nulla a che fare con gli obblighi di notifica delle società citati dal governo, sottolineando che tale rapporto è disciplinato da altre disposizioni normative.

Nuovo CDA TIM

Nel frattempo è stato rinnovato il consiglio di amministrazione di TIM, con la nomina di Amos Genish come amministratore delegato e di Fulvio Conti come presidente.  Il consiglio, tramite una decisione quasi unanime, ha inoltre definito la natura delle deleghe:

  • attribuzioni secondo legge per il presidente, statuto e documenti di autodisciplina;
  • all’amministratore delegato vengono dati tutti i poteri necessari a compiere gli atti pertinenti all’attività sociale, ad eccezione dei poteri che, per legge o statuto, spettano al consiglio di amministrazione;
  • Stefano Grassi ha ricevuto una delega temporanea come Responsabile di Security e gestirà tutti gli asset e le attività di TIM riguardanti la sicurezza e la difesa nazionale.

La  nuova governance esclude dunque Vivendi e quei conflitti di interessi che avevano riguardato l’azienda francese in alcune operazioni; dovrebbero inoltre essere migliorati i rapporti con il governo italiano e le istituzioni e favorite l’ingresso e il rafforzamento di alcuni azionisti, come la Cassa Depositi e Prestiti.

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