I dipendenti della TIM, durante le assemblee svolte fra il 12 ed il 18 giugno in tutto il territorio nazionale, hanno detto si all’accordo sottoscritto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, relativo agli esuberi annunciati dall’azienda nei mesi scorsi.
Riguardo agli esuberi annunciati dalla TIM nei mesi scorsi, sono stati chiamati alla decisione tutti i lavoratori dell’azienda, al fine di votare il patto di solidarietà difensiva proposto nei giorni precedenti dal Ministro Di Maio. Lo stesso titolare dello Sviluppo Economico aveva aperto alla possibilità che la proposta fosse messa al voto, tramite la creazione di un referendum interno che avrebbe potuto dare voce a tutti i lavoratori dell’azienda.
Cosa dice l’accordo di solidarietà difensiva
Il contratto di solidarietà difensiva permette di evitare il licenziamento di quei lavoratori considerati “in eccesso”, nel momento in cui una società entra in crisi. Il piano per sostituire la cassa integrazione straordinaria di 12 mesi, prevista per 29.736 lavoratori, è stata così sostituita da tale accordo, mentre i 4.500 esuberi TIM strutturali sono stati coperti con strumenti volontari di uscita, come i prepensionamenti introdotti dalla legge Fornero.
Nello specifico, gli strumenti volontari di uscita (per circa 5.000 uscite volontarie) sono organizzati nel seguente modo:
- Isopensione per il 2018, disponibile per coloro che entro la fine del 2018 maturano nei successivi 4 anni di diritto alla pensione;
- Isopensione 2019/2020, per coloro che maturano il diritto alla pensione il 31/05/2024 ed esprimono consenso di aderire il 2019 e coloro che esprimono consenso ad aderire entro il 30/11/2020 e maturano diritto alla pensione entro la fine del 2025.
Si dei lavoratori per il piano esuberi TIM
Il piano relativo agli esuberi TIM è stato sottoposto così ai lavoratori dell’azienda: i votanti sono stati ben 16.947, i si 15.650, 671 i no e 626 gli astenuti. I sindacati hanno dichiarato che si tratta di un “risultato che premia e riconosce l’impegno e la responsabilità del sindacato confederale“, aggiungendo che “dopo questo ennesimo atto di responsabilità nel sottoscrivere un importante accordo di tenuta” esiste “la necessità del consolidamento del patrimonio industriale e professionale dell’intero perimetro del gruppo TIM, della sua rete e dei suoi assets“. I sindacati reputano inoltre “necessario e urgente un diverso e più incisivo ruolo del governo” e registrano in modo positivo “la disponibilità del ministro all’apertura di un tavolo di confronto di TIM“, da concretizzare nel più breve tempo possibile.